
La ricerca di etnografia organizzativa “I semi del sapere” nasce allo scopo di riflettere sulla possibilità di pensare un nuovo sistema lavoro basato sulla reciprocità e sostenibilità. Il fine è quello di sensibilizzare il lettore sul valore culturale, oltre che economico, che può avere un prodotto unico, frutto di un ingegno artistico. L’attenzione è riportata sull’importanza dell’oggetto come simbolo non solo come prodotto asettico.
Il libro promuove la riflessione sul prodotto come oggetto culturale ragionando sul fatto che l’artigianato artistico, a differenza di altri tipi di artigianato, introduce nel mercato il prodotto unico. Il prodotto dotato di irripetibilità, che testimonia con la sua esistenza, altre leggi, altre modalità di lavoro inconciliabili con un mercato quantitativo, standardizzato, globalizzato.
Inoltre, il testo dimostra che esiste un’economia latente e sostenibile, prevalentemente e attualmente sostenuta dal femminile, che promuove l’introduzione del “business virtues”. Così la descrive l’economista Cristina Montesi. Un’economia legata non ad intuizioni operative ma a caratteristiche fisiologico-culturali insite nelle donne, capaci di costruire un sistema orizzontale di relazioni.
Il sistema delle relazioni, infatti, nel sistema consumistico dell’economia standardizzata è stato diminuito per garantire velocità ed efficienza nel marcato globale, dove non sempre c’è spazio per le relazioni fatte di dedizione, coerenza e reciprocità.
Più di 50 donne, nel mio testo, testimoniano questo desiderio e il testo le racconta nei loro sogni, aspettative, obiettivi e finalità.