Teatro archetipico

Perché scelgo di lavorare sull’archetipo e sul ruolo? Per ricordare a chi partecipa, non solo l’onnipotenza dell’uomo nell’atto del cambiamento ma, anche la sua fragilità. Questo in rapporto ad un preciso contesto sociale attivando una comprensione profonda verso se stessi ma anche verso l’altro. Sono accanto a te non solo per condurti verso il tuo senso di espansione personale ma anche in un frustrante senso di impotenza, esercitando anche il perdono verso i fallimenti. La mia azione è inizialmente introspettiva per poi riflettersi con ciò che è anche fuori da noi. 

Questa formazione, è legata al teatro e al pensiero magico di Jodorowsky. Questa specifica azione nella formazione è quella che ha come obiettivo la crescita personale del singolo attraverso la formazione del teatro archetipico. 

Ognuno di noi ha al suo interno più archetipi, diciamo più personaggi, che vanno a costituire il puzzle della propria anima. Ognuno deve imparare a gestire nel modo più armonico il “sé” interiore. Occorre svilupparne una consapevolezza nuova, ovvero imparare a concepirci e sentirci come se ci fossero più personalità al nostro interno e attivarle. Dopo averle attivate occorre imparare a gestirle acquisendo la capacità di scegliere quale tipo di archetipo lasciar esprimere, in quale modo, in quale circostanza, quanto spazio concedergli in base alle situazioni esterne. 

Il teatro ormai da anni viene riconosciuto nel suo valore formativo in quanto promuove la conoscenza di se stessi, del proprio corpo, dei propri sentimenti, sviluppando altresì la consapevolezza dei nuclei di lavoro per arrivare ad accrescere le proprie specifiche competenze. In tal senso, la mia azione è di aiuto e accompagnamento del singolo nell’esplorazione di una grande gamma di possibilità espressive della persona così da imparare a convivere con esse.

Il mio è sempre un accompagnamento guidato da due grandi temi: la fiducia nel cambiamento dell’individuo e la fiducia nel grande potere distruttivo e costruttivo del teatro, capace di trasformare l’esistente e riconvertirlo attraversando vari punti di vista. Il lavoro essenziale che fa il teatro archetipico è proporre un nuovo paradigma di regole, fondato sul cambiare il punti di vista, mettersi nei panni di un altro e nella sua visione del mondo interiorizzandola a tal punto da farla diventare anche propria. 

Gli archetipi giocano il cammino verso una crescita perché la loro storia ci parla, io aggiungo al percorso il lavoro sul ruolo. Sono specializzata nel lavoro sugli archetipi per qualunque fascia d’età, è un tipo di azione che si collega generalmente ai personaggi delle favole, ai personaggi degli dei dell’Olimpo ma di rado a personaggi letterari realmente esistiti, che hanno ispirato leggende, letterature, collegabili in un arco di tempo specifico. 

Lavorare su archetipi che abbiano dialoghi scritti per loro dalla letteratura e dal teatro, dipinti a loro dedicati, significa lavorare in senso magico culturale e sociale, significa farli esistere e nobilitare loro e noi contestualmente. Noi diveniamo interpreti, accettando la loro lotta incessante con gli eventi del loro tempo e accogliendo anche i loro fallimenti e la loro onnipotenza.